Antonella Losa
Si parla di alimentazione oggi molto più di un tempo. Eppure tutto sembra essere diventato più complicato. Cosa mangiare? Cosa no? E cosa mettere nel piatto dei nostri figli?
Dubbi che si moltiplicano almeno quanto le certezze, maturate spesso più su convinzioni che su fondamenti solidi. E così il nostro rapporto con il cibo si fa più sospettoso e distante, si carica di ansie in un percorso a gimkana tra alimenti sì e alimenti no.
Lo vedo come nutrizionista ma anche come madre, all’entrata a scuola o nelle altre occasioni di ritrovo dei bambini, quando anche tra genitori scambiamo volentieri due parole: l’argomento cibo non manca mai di fare la sua comparsa, con il suo carico di interrogativi su questo o quell’alimento, su questo o quel componente.
Carboidrati solo a pranzo? Stop ai grassi? Senza glutine? Zucchero di canna? Carne sì o carne no? E il latte? E i grani antichi?
Puntiamo i riflettori su un dato alimento o un dato nutriente, come se ci cibassimo solo di quello. Perdendo spesso di vista il quadro generale: l’insieme di tutto quel che mangiamo in un giorno, in una settimana, in un mese, abitualmente.
Mangiamo troppo? Mangiamo poco? Mangiamo male? Mangiamo bene?
In altre parole, come componiamo il nostro puzzle alimentare, quanto mangiamo di questo o di quello, con che frequenza e cucinato come? Perché è proprio su questo che ci giochiamo lo stile alimentare nostro e dei nostri figli, è su questo che possiamo capire se sia complessivamente corretto o se vada modificato.
Quello che mi piacerebbe, è che tutti trovassimo il modo di guadagnare serenità a tavola.
E ho pensato di contribuire a modo mio: con un percorso, degli obiettivi e e delle attività che puntano a quello.
Lo spiego qui di seguito
Come biologa nutrizionista, mi occupo sia dell’attività ambulatoriale che di sviluppare programmi educativi per i pubblici più diversi: cittadinanza, studenti di ogni età, personale aziendale, professionisti dei media o classe medica.
L’obiettivo è lo stesso in tutti i casi: trasmettere indicazioni robuste – basate su evidenze consolidate – e pragmatiche, per favorire un approccio consapevole e sereno verso uno stile alimentare complessivamente corretto e alla portata di tutti.
Madre di tre figli, ho dedicato inoltre un’attenzione particolare alle tematiche dell’adeguatezza, della qualità e della sostenibilità alimentare.
Come percorso formativo, sono laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana e, prima di questo, in Chimica ad indirizzo organico. All’inizio ho lavorato in aziende di principi attivi per medicinali, cominciando dalla Ricerca & Sviluppo. Dato che amavo comunicare, ho cominciato a dare esami a Scienze della Comunicazione per poi entrare in una grande agenzia di comunicazione scientifica. A esperienza consolidata, sono passata in una grande azienda alimentare, a gestire la nascente divisione Nutrizione e Salute per la comunicazione a giornalisti, medici e alla popolazione generale. Da lì l’ultimo passaggio, nel 2014, verso il mio modello attuale: nutrizionista «col camice» (che non porto mai), consulente per progetti formativi, divulgatrice scientifica.
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